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16 luglio 2024
6 minuti di lettura

Il fabbisogno di combustibili fossili per il riscaldamento residenziale - sfide e obiettivi per liberare l’Italia dal gas

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Scritto da:

Mats Ulriksson
Mats UlrikssonExecutive Chairman

Il Bel Paese, conosciuto in tutto il mondo per il suo patrimonio culturale e le sue bellezze naturali, si trova ad affrontare sfide in ambito energetico significative, radicate nella sua ancora forte dipendenza dai combustibili fossili per il riscaldamento residenziale. Nonostante gli sforzi globali per la transizione verso fonti di energia più pulite, il panorama delle tecnologie energetiche e per il riscaldamento rimane fortemente dipendente dai combustibili fossili e dalle caldaie a gas, esponendosi a rischi economici, ambientali e geopolitici. I Paesi del Nord sono riusciti a ridurre il loro fabbisogno di combustibili fossili per il riscaldamento residenziale, introducendo una tassa sull’utilizzo del carbonio e sussidi vantaggiosi per acquistare pompe di calore e pannelli solari.

L'attuale panorama energetico

Il consumo energetico dell'Italia per il riscaldamento residenziale è determinato principalmente da gas naturale, petrolio e carbone. A partire dal 2023, il gas naturale costituisce la quota maggiore del mix energetico, rappresentando circa il 40% del consumo totale di energia. Segue il petrolio, che contribuisce per circa il 34%, mentre il carbone, anche se meno significativo, svolge ancora un ruolo, in particolare nelle applicazioni industriali e nella produzione di energia elettrica. Circa 20 milioni di famiglie italiane si affidano alle caldaie a gas per riscaldare le loro case, che rappresentano il 12% delle emissioni di CO2: stiamo parlando di quasi 50 milioni di tonnellate di CO2. 

Questa forte dipendenza dai combustibili fossili è dovuta a diversi fattori, tra cui investimenti infrastrutturali storici, vincoli geografici e considerazioni economiche, e rende l'Italia fortemente dipendente dalle importazioni per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Questo espone l'Italia a rischi geopolitici e volatilità del mercato, particolarmente evidenti durante crisi come il conflitto Russia-Ucraina, che ha interrotto le forniture di gas in tutta Europa e soprattutto in Italia, dove i costi per il riscaldamento sono aumentati di quasi il 500% durante il picco.

Nonostante l’applicazione di incentivi come l’Ecobonus 65% e il Superbonus 110%, il consumo di energia degli edifici è cresciuto da 34 a quasi 50 milioni di Mtep (+44%) dal 1990 al 2019, consumando circa 30 miliardi di mc di gas ogni anno. Si tratta di oltre il 40% del fabbisogno nazionale di gas e all'incirca la stessa quantità consumata da tutte le centrali termoelettriche alimentate con questo combustibile. Inoltre, quello degli edifici è anche il settore responsabile quasi integralmente dell'aumento del consumo nazionale di gas negli ultimi decenni, con un +50% dal 1990 a oggi.

Implicazioni economiche 

In questo contesto, anche le implicazioni economiche sono rilevanti. L'importazione di combustibili fossili rappresenta un onere finanziario significativo, contribuendo ingrossare le file dei deficit commerciali ed esponendo l'economia alle fluttuazioni dei prezzi globali. La volatilità dei prezzi del petrolio e del gas può portare a un aumento dei costi per le imprese e i consumatori, con un impatto sulla stabilità economica complessiva. Tutto ciò è evidente considerando il risparmio che l'Italia otterrebbe sostituendo le caldaie a gas con pompe di calore. Secondo uno studio realizzato da AGICI Finanza Impresa nel settembre 2022, l'Italia risparmierebbe quasi 100 miliardi di euro sostituendo il 60% delle sue caldaie a gas con pompe di calore. Se le pompe di calore fossero alimentate con energia da fonti rinnovabili, il risparmio netto supererebbe i 200 miliardi di euro, superando di gran lunga la spesa del Paese per l'intero settore sanitario (8% del PIL)

 

Considerazioni geopolitiche

Ridurre la dipendenza dai combustibili fossili ha anche implicazioni geopolitiche. La sicurezza energetica dell'Italia è attualmente vulnerabile alle interruzioni delle catene di approvvigionamento internazionali e delle relazioni con paesi politicamente instabili. Mentre la diversificazione delle fonti energetiche e l'aumento della produzione interna di energia rinnovabile migliorano la sicurezza energetica e riducono l'influenza delle pressioni geopolitiche esterne, l'adattamento della tecnologia delle pompe di calore offre di gran lunga il modo più efficiente per ridurre l'importazione di gas e quindi anche le emissioni di CO2 del riscaldamento residenziale. La tecnologia della pompa di calore è più efficace del 300% rispetto a una caldaia a gas.  

Impatto ambientale

L’uso cospicuo di combustibili fossili ha anche notevoli conseguenze ambientali. La combustione di petrolio, gas naturale e carbone è una delle principali fonti di emissioni di gas serra, contribuendo al cambiamento climatico e all'inquinamento atmosferico. L'Italia si è impegnata nell'ambito dell'Accordo di Parigi a ridurre la propria impronta di carbonio, ma il raggiungimento di questi obiettivi è quanto mai difficile da raggiungere dato l'attuale mix energetico.

Inoltre, l'inquinamento atmosferico da combustibili fossili comporta notevoli rischi per la salute. Le grandi città come Milano e Roma sperimentano spesso alti livelli di smog, che possono portare a malattie respiratorie e altri problemi di salute.  

Uno studio di ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) attribuisce, infatti, non solo al traffico e il gas di scarico prodotto dai veicoli la responsabilità dell’emissione nell’aria di sostanze inquinanti ma anche e soprattutto al riscaldamento domestico, che insieme agli allevamenti intensivi, rappresenta la principale causa (59%) dell’inquinamento atmosferico.  

Per rispondere a questa vera e propria emergenza, sostituire le caldaie a gas con le pompe di calore rappresenta una soluzione concreta, immediata ed efficace.  

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Passi verso la transizione

Nonostante la difficoltà di affrontare una transizione di questo tipo, l'Italia ha fatto passi da gigante verso la riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili e l'adozione di fonti di energia rinnovabili. Il Paese ha fissato obiettivi ambiziosi per aumentare la quota di fonti rinnovabili nel suo mix energetico. Entro il 2030 l'Italia punta a generare il 55% della propria energia elettrica da fonti naturali, rispetto al 40% circa del 2023. Tuttavia, senza modifiche alle attuali politiche e programmi in materia di riduzione delle emissioni di CO2, questo obiettivo non sarà raggiunto. 

Visti gli evidenti vantaggi ambientali ed economici forniti dalla pompa di calore, e soprattutto se abbinata ai pannelli solari, il governo dovrebbe intraprendere una strategia a lungo termine per eliminare, per quanto possibile, le nuove installazioni di caldaie a gas. La Svezia ha impiegato poco più di 10 anni per passare da un tasso di penetrazione delle pompe di calore a una quota del 60%.

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Noi di Aira lo sappiamo bene, portando sul mercato italiano tecnologie pulite alimentate da fonti naturali come l’aria e il sole. Siamo il primo fornitore all-inclusive del Paese che propone pompe di calore di ultima generazione che ti permettono di rottamare la tua caldaia a gas, dannosa per te, per l’ambiente e per il tuo portafoglio, e cambiare il tuo modo di riscaldare la tua casa, in maniera ecologica ed economica.

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Aira offre inoltre una garanzia su prodotto e prestazioni per un periodo di 10 anni, impegnandosi a prometterti tutto il comfort di una casa calda tutto l’anno, senza scaldare il pianeta. 

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